Thursday, May 31, 2012

NO-tte


La notte che si respira tra i boschi è umida, vitale silenziosa.
La notte che si respira sul mare è umida, vitale, rumorosa.
Respirare la notte richiede uno sforzo estremo dei polmoni, perché non si prende dentro solo aria, ma tutto ciò di cui la notte è fatta: buio, luce, goccioline d'acqua, rumori, stati d'animo.
Respirare la notte fa diventare un po notte anche noi.
E' come quando la pressione dell'aria dentro un oggetto è uguale a quella all'esterno: non c'è separazione netta né fuoriuscita violenta. Così la notte dentro di noi può permettersi di uscire dolcemente, mescolandosi alla notte di fuori, perché sono simili.
Inspiriamo notte, espiriamo notte.
Come due inchiostri neri che si mescolano e con cui si possono tracciare figure, parole...
Distanza, malinconia, desiderio di qualcosa che manca ma che non sappiamo esattamente cosa sia, paura del buio, dell'ignoto, del giorno che arriverà con tutto il dolore che ne conseguirà. O forse il giorno porterà pace dalle angosce che furtivamente nella notte possono permettersi di aggirarsi attorno a noi.
La notte è immaginazione, è mancanza di confini, è brivido e paura, eccitazione.
La notte protegge e nasconde, distrugge e consola.
La notte è angoscia e sollievo, riparo e paura.
Se non se ne ha paura è consolazione, ispirazione, pensiero.
La notte è fresca anche quando è estiva, il silenzio del buio, la lacrima che si frammenta urlando quando tocca terra.
La notte è amica, ed i suoi abbracci sono immensi.

tiMe

Quante cose cambiano.
Quante cose non cambiano mai...