Tuesday, July 10, 2012

cheAFaFà

A volte sembra che perfino il sole faccia più fatica del solito a splendere.
Non si direbbe, con questo caldo da altoforno che fa appassire e seccare i pensieri prima ancora che si formino. Sono continuamente stanco. L'afa e il calore mi tolgono tutte le energie.
Persino i gargoyles sudano e si sventolano con ventagli a mano, e il pesce solubile soffre per tutta questa umidità... Lo vedo più ridotto del solito...
Eppure... qualcosa non va... non è luminoso come dovrebbe essere, sembra che il sole non splenda.
Non è come se ci fosse una nuvola davanti, il cielo è sereno. E' solo che è quasi spento.
Come un falò che sta esaurendo la legna. Mano a mano le fiamme diventano più piccole, finché non rimangono le braci, e il fuoco scalda sempre di meno.
"Ma il sole brucia legna?"
"Non dire boiate. Ti sembra? Come farebbero a portarla lassù? Chi lo farebbe?"
"Magari è legna che è stata accatastata, poi accesa e ora si sta esaurendo. Certo però che fa più caldo ora di quando bruciava appieno..."
"Se mi pagassero un tot ogni cavolata che vi sento dire..."
"Pagare? Qualcuno ti paga per stare qui?"
"Hey, non è giusto! Noi stiamo sul tetto a lavorare a gratis da sempre!"
"Già! Anche noi vogliamo essere pagati!"
"No, no, ragazzi, calmi. Nessuno mi paga. E' un modo di dire."
"Scusa una cosa, però, non ho capito... Cosa significa essere pagati?"
"Beh... significa..." Oh... e ora? Come glielo spiego? "...significa che qualcuno ti da qualcosa perché fai qualcosa al posto suo."
"Non ho capito."
"Dunque. Mettiamo che tu lavori. Che voi lavoriate tutti."
"Si, infatti è quello che facciamo. Lavoriamo."
"Ecco. Lavorate per me, che non posso svuotare il tetto dall'acqua quando piove."
"Non puoi?"
"No, quando piove vado a portare a spasso il Pesce Nuvola."
"Quindi lo facciamo noi per te. E quando arriva la parte del pagamento?"
"Arriva quando ci mettiamo d'accordo e io vi do qualcosa in cambio del vostro lavoro."
"Bello! Quando ce lo dai?"
"No, è solo un'ipotesi... Io non vi do nulla."
"Ah, no?"
"Ah, no?"
"Beh... no."
"Perché?"
"Perché il tetto non è mio."
"E di chi è?"
Già... di chi è il tetto?
"Sapete? Non ne ho idea...."
"Quindi, dobbiamo trovare il proprietario del tetto e farci pagare! Qualunque cosa significhi..."
"No, vi serve un contratto."
"Un che?"
"Contratto... è un..."
"Ma scusa, tu come fai a sapere tutte ste cose?"
"Eh... le so perché sono cose che si fanno nel Manicomio."
"Ah! E tu volevi convincerci a fare cose del Manicomio????"
"Ma pensa! E dire che ti credevamo un amico!!"
"Basta, scendi da qui!"
"Oh, ragazzi! Eddai! Mica vi volevo convincere! Stavo rispondendo alle vostre domande!"
"Non mi convinci..."
"...Beh, però ha ragione. Siamo stati noi a chiedere."
"Dai, lasciatemi rimanere..."
Nel caldo il silenzio non esiste. Troppe cicale. Il rumore è quasi assordante.
"Hmm... Ok."
"Ok."
"Ok."
"Ok, resta. Ma non mi convinci!"
"Oh... Grazie... Continuo?"
"No, senti... E' troppo complicata come cosa. Noi continuiamo a fare quello che facciamo e tu a fare quello che fai tu. E' andata bene fin'ora no?"
"Già! E' andata bene!"
"Si, ragazzi... è andata benissimo."
Se solo facesse più fresco.....
"Fa così caldo che anche le cicale sono esauste e friniscono di meno ...E comunque il sole sembra più spento del solito..."
"

Monday, July 02, 2012

NoRaIn


Il caldo è quasi opprimente.
L'afa è palpabile.
Rimane attaccata alla pelle come un ricordo spiacevole, ti fa muovere con fatica come la tristezza.
Il respiro diventa affannoso, come quando si fatica... come quando si ama...
Aria. Sembra sempre di essere sul punto di soffocare, ma ad ogni boccata entra sempre abbastanza aria da mantenerti vivo... sempre abbastanza. Ma che fatica restare vivi.
Con questo caldo ci si trascina come zombie, come morti irrequieti in cerca di un po di pace. Chissà, forse hanno caldo anche loro... Beh, comunque sia questa è una cosa che ci accomuna, vivi e non-morti... l'irrequietezza.
Ma è il caldo che provoca l'irrequietezza? O l'irrequietezza che provoca il caldo?
Si può trovare un posto all'ombra nella vita? Magari con tanto di brezzolina fresca...
Non so. E comunque ci sarebbero zanzare rompicoglioni e mosche spaccaballe, quindi...
Non può piovere per sempre, ok... Certo, che però potrebbe anche piovere ogni tanto...


Intanto mi sciolgo come miele d'estate
colano i miei pensieri come sudore
ed evaporano al sole tentando di dissipare 
il fuoco tra la pelle ed il cuore.
Esco dalla mia testa
come vapore tra i capelli
gocciolando dalle orecchie
lacrime salate che non sto piangendo.
Un vento caldo mi trascina
mi porta chissà dove
lontano dai pensieri, lontano dall'umore
E all'improvviso...

SONO.

Thursday, May 31, 2012

NO-tte


La notte che si respira tra i boschi è umida, vitale silenziosa.
La notte che si respira sul mare è umida, vitale, rumorosa.
Respirare la notte richiede uno sforzo estremo dei polmoni, perché non si prende dentro solo aria, ma tutto ciò di cui la notte è fatta: buio, luce, goccioline d'acqua, rumori, stati d'animo.
Respirare la notte fa diventare un po notte anche noi.
E' come quando la pressione dell'aria dentro un oggetto è uguale a quella all'esterno: non c'è separazione netta né fuoriuscita violenta. Così la notte dentro di noi può permettersi di uscire dolcemente, mescolandosi alla notte di fuori, perché sono simili.
Inspiriamo notte, espiriamo notte.
Come due inchiostri neri che si mescolano e con cui si possono tracciare figure, parole...
Distanza, malinconia, desiderio di qualcosa che manca ma che non sappiamo esattamente cosa sia, paura del buio, dell'ignoto, del giorno che arriverà con tutto il dolore che ne conseguirà. O forse il giorno porterà pace dalle angosce che furtivamente nella notte possono permettersi di aggirarsi attorno a noi.
La notte è immaginazione, è mancanza di confini, è brivido e paura, eccitazione.
La notte protegge e nasconde, distrugge e consola.
La notte è angoscia e sollievo, riparo e paura.
Se non se ne ha paura è consolazione, ispirazione, pensiero.
La notte è fresca anche quando è estiva, il silenzio del buio, la lacrima che si frammenta urlando quando tocca terra.
La notte è amica, ed i suoi abbracci sono immensi.

tiMe

Quante cose cambiano.
Quante cose non cambiano mai...

Monday, April 02, 2012

ArchEOlOgO


Scavo tra i silenzi del tempo
cercando risposte
Che non stanno li.

polvereDIsteLLe


La polvere di stelle
si coglie con un retino per farfalle
e come per magia

fa spuntare ali sulle tue spalle.
La tua rete è la più bella
vorrei lasciarmi catturare
darti un po della mia polvere
e provar con te a volare.

Tuesday, March 27, 2012

nAscOnDI-no

Dove sei?
Non riesco a trovarti, e dire che ti sto cercando da tempo, e quando non ti cerco aspetto che arrivi tu...
Ma non succede.
E non ti trovo.
Il tempo passa, e prima o poi mi stancherò di cercarti.
Già oggi, già ora lo sono più di ieri.
Il tempo passa con i miei sospiri, e cresce la rassegnazione, e ormai il tempo passato è diventato tristezza dentro di me.
Dove sei? Dove sarai mai?
Ti troverò un giorno?
Magari un giorno che non sia troppo lontano?
......
Dove sei....


....Ah! Eccoti qui! Trovata!
Ora tocca a te contare!

Friday, March 23, 2012

eQy-Li-BRIO

Mi sento leggermente storto, mentre il mondo rimane dritto ed immutabile. Quando cammino faccio fatica, i piedi non sono perpendicolari al terreno, inciampo spesso e facilmente...  E poi, che imbarazzo incontrare altri per strada, che mi guardano come se fossi strano... beh, strano lo sono, in fondo...
Faccio fatica a camminare per le strade strette, per alcune proprio non passo. Dovrei raddrizzarmi, ma non ci riesco, non posso.
E camminare diventa sempre più faticoso...Anche mantenere l'equilibrio, rischio sempre di cadere! Ah, e sicuramente consumerò una scarpa più di quell'altra! Che seccatura!
Non vedo nulla nella giusta prospettiva, sono inclinato rispetto a tutto e tutti. Anche la legge di gravità mi tira leggermente di lato...
Mi sento sbilenco... Meglio allontanarmi dal centro abitato.
Però... ora che lo noto... gli uccelli volano ancora SOPRA la mia testa... SOPRA, non inclinati di un qualche angolo. Anche gli alberi mi appaiono dritti. Allora non sono io l'unico inclinato?
Eppure ancora le persone che incontro e non mi salutano, mi sembrano dritte... cioè inclinate... cioè, si, dritte ma inclinate rispetto a me, o meglio, io sono inclinato rispetto a loro!
Eppure...
Eppure mi coglie un sospetto. E se fossi io quello dritto, e fossero loro quelli storti?








Friday, March 09, 2012

ItEr ImpIUs

...I am on my own
I am all alone
everything is gone
Stuck forever here
ALREADY COLD...

Tuesday, February 21, 2012

THriLL(er)

Qualcuno ha bussato.
Alla porta, ovvio. La finestra non è chiusa.
Qualcuno ha bussato ancora.
Non lo so se è lo stesso di prima, non lo vedo.
Sono raggelato, immobile, come se stare immobile potesse farli andare via.
Se bussano sanno che sono qui. Forse potrei provare a spaventarli.
"Andate via!" Dico. "Solo perchè voi lo sappiate, io sono un tipo strano." Ma no, più convinto, se voglio spaventarli. "E quando dico strano, intendo Strano!"
"Apra, la prego. Non ha nulla da temere."
Ah, no? Allora perchè sono terrorizzato?
"Vorremmo solo parlarle faccia a faccia."
"Faccia a porta non va bene?" ...e sono anche più di uno...
"Ovvio che no, altrimenti non staremmo qui a cercare di entrare..."
"Allora ammettete che volete entrare!" Lo sapevo che erano dei poco di buono! Non si cerca di entrare così nelle stanze altrui.
Li sento confabulare, poi silenzio.
Attendo ancora, ancora, ancora... mi metto a fare il bucato e a cucinare, dò da mangiare al pesce solubile. Fuori piove e fa freddo, meglio se non salgo sul tetto. Per tutto il tempo nessun altro rumore dalla porta.
Ogni tanto mi avvicino e provo ad origliare. Niente.
Con cautela, sbircio sotto la fessura della porta. Niente neanche qui.
Chiunque fossero, se ne sono andati.
Finalmente mi ricordo di respirare... ne avevo bisogno, ho trattenuto il respiro per... ore, di sicuro!
Ma io dico... chi può essere che ancora si diverte a spaventare la gente onesta in questo modo?
Nulla di buono viene da di là della porta, ne sono sempre più convinto.

Sunday, February 19, 2012

Your beauty is unstoppable, your confidence unspeakable
I know you know I know you know, that I know that you know
I'm willing to do anything to get attention from you, dear
Even though I don't have anything that I could bargain with

This is like a well-oiled machine
Could I please see that smile again?
It's all that makes me feel like I am living in this world
I see you closing all the doors
I see the walls as they go up
I know it's what you have to do
I'd probably do the same thing, too, my dear

Baby, you're where dreams go to die
I regret the day your lovely carcass caught my eye
Baby, you're where dreams go to die
I've got to get away
I don't want to but I have to try, oh baby

You have to play your part, my dear
I've written it all down for you
It doesn't matter if the things you say to me aren't true
Just do it then I'll let you go
Just say the words and say them slowly
I promise I'll tell no one
Yes, I cross my heart and hope to die

Baby, you're where dreams go to die
I regret the day your lovely carcass caught my eye
Baby, you're where dreams go to die
I've got to get away
I don't want to but I have to try, oh baby

Baby, you're where dreams go to die
I regret the day your lovely carcass caught my eye
Baby, you're where dreams go to die
I've got to get away
I don't want to but I have to try, oh baby
John Grant

Tuesday, January 31, 2012

Vorrei conoscer l' odore del tuo paese, 
camminare di casa nel tuo giardino, 
respirare nell' aria sale e maggese, 
gli aromi della tua salvia e del rosmarino. 
Vorrei che tutti gli anziani mi salutassero 
parlando con me del tempo e dei giorni andati, 
vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero, 
come se amici fossimo sempre stati. 
Vorrei incontrare le pietre, le strade, gli usci 
e i ciuffi di parietaria attaccati ai muri, 
le strisce delle lumache nei loro gusci, 
capire tutti gli sguardi dietro agli scuri 

e lo vorrei 
perchè non sono quando non ci sei 
e resto solo coi pensieri miei ed io... 

Vorrei con te da solo sempre viaggiare, 
scoprire quello che intorno c'è da scoprire 
per raccontarti e poi farmi raccontare 
il senso d' un rabbuiarsi e del tuo gioire; 
vorrei tornare nei posti dove son stato, 
spiegarti di quanto tutto sia poi diverso 
e per farmi da te spiegare cos'è cambiato 
e quale sapore nuovo abbia l' universo. 
Vedere di nuovo Istanbul o Barcellona 
o il mare di una remota spiaggia cubana 
o un greppe dell' Appennino dove risuona 
fra gli alberi un' usata e semplice tramontana 

e lo vorrei 
perchè non sono quando non ci sei 
e resto solo coi pensieri miei ed io... 

Vorrei restare per sempre in un posto solo 
per ascoltare il suono del tuo parlare 
e guardare stupito il lancio, la grazia, il volo 
impliciti dentro al semplice tuo camminare 
e restare in silenzio al suono della tua voce 
o parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso 
dimenticando il tempo troppo veloce 
o nascondere in due sciocchezze che son commosso. 
Vorrei cantare il canto delle tue mani, 
giocare con te un eterno gioco proibito 
che l' oggi restasse oggi senza domani 
o domani potesse tendere all' infinito 

e lo vorrei 
perchè non sono quando non ci sei 
e resto solo coi pensieri miei ed io...

F. Guccini

Sunday, January 29, 2012

SENnO di pOI

La cosa più difficile è non farsi male.
Voglio dire, è ovvio che per la maggior parte della vita non ci si fa male, ma quelle volte che succede, di solito ce lo si ricorda.
Provare a non farsi del male è tanto più difficile quanto più rischiosa è l'azione che si intraprende, e tanto più facile quanto più grande è la paura che si ha nell'itraprendere quell'azione.
Di solito la paura è proprio quella di farsi male.
In alternativa c'è anche quella di non riuscire a fare quello che ci si era riproposti di fare, di fallire.
In ogni caso, alla fine si rimane con un male.
Che è quello che si voleva evitare all'inizio.
Per questo, per evitare di farsi male, si va con calma, cautela, accortezza. Questo vuol poi dire anche lentamente.
Che non sempre è un bene.
Ci sono cose che vanno fatte bene e velocemente, ma in questo caso sono ancora più difficili e rischiose e quindi è molto più facile finire male.
Se per esempio volessi correre sul bordo del cornicione evitando i musi dei gargoyles che sporgono, sarebbe molto difficile, e rischierei di cadere giù. O peggio, di tirare una facciata sul muso di uno dei gargoyles e poi di cadere giù.
No, non è una bella prospettiva.
Meglio quindi camminare con calma.
Anche cogliere delle Rose dalle Radici Spinate (una particolare varietà piuttosto bella che ha spine anche sulla parte bassa del gambo e sulle radici, quindi piuttosto stronza anche, se le rose possono definirsi stronze) è difficile senza farsi male. Non quanto evitare di cadere ma...
Oggi per esempio stavo facendo fare un giro al Pesce-Nuvola, quando ha deciso di fare pipì su un cespuglio.. Mentre aspettavo che lo scroscio finisse (era uno di quello con tuoni e lampi), mi sono accorto che il cespuglio era di Rosa dalle Radici Spinate! Che manca nel mio cespuglio di rose sotto la finestra... Beh, queste rose sono le mie preferite, e ancora non avevo trovato un cespuglio "selvatico". Di solito sono coltivate nel giardino di qualcuno, quindi non posso prenderle.
Invece, questa volta l'occasione era ghiotta.
...e ora sono qui con le mani fasciate, che mi chiedo perchè non ho chiesto ad uno di voi gargoyle di coglierla per me. Solo che avevo fretta di portarla a casa, non potevo tornarci domani... E se non ci fossero state più domani, perchè qualcuno avrebbe portato via l'intero cespuglio?

Aih! Maledette spine!

"Scusa... No, così per chiedere... ma se tu avessi raccolto anche la terra intorno in modo da coprire le spine delle radici e non farti male?"
"Coglione..."
"Eh...Allora, poi?" (Trad.: se il senno di poi ci fosse a priori, si chiamerebbe senno a priori)

Friday, January 13, 2012

sTelLa

...E' che forse non ho saputo prenderti...
nessuna delle volte che ti sei presentata da me
ogni volta sotto spoglie differenti
ma simili, in qualche modo.
Neanche questa volta
forse ci riuscirò,
come se una maledizione
mi destinasse a fallire.
Forse serve tempo
...e non ho mai colto quello giusto.
Forse serve un tocco
...e non ho mai usato quello giusto.
Forse serve spazio
...e non ho mai occupato quello giusto.
Forse serve un uomo
...e non sono mai stato quello giusto.
Ma per quanto io sia sbagliato,
fuori tempo, fuori luogo,
per quanto io non sia mai quello giusto...
Ogni volta che ci incroceremo
ogni volta che ci scambieremo
anche solo uno sguardo
o un saluto.
Ogni volta che vedrò i tuoi occhi
nei quali ogni volta precipito,
ogni volta che vedrò il tuo sorriso,
e cercherò di ricambiarlo
senza sembrare stupido.
Ogni volta cercherò di starti vicino.
Forse è quello il mio destino,
senza poterti raggiungere
mai.

Wednesday, January 04, 2012

E' paSsShaTo anhcHe queShto NaTalEeeehhh...

Mi avvicino facendo lo slalom tra le bottiglie vuote. Man mano che mi avvicino, sento la puzza sempre più forte. Blaaah. Lo scuoto per una spalla cercando di svegliarlo.
"Senti, è già Gennaio, che ne diresti di alzarti e tornare a casa?"
"Snooort. Pffff." grugnisce il ciccione rossovestito, poi all'improvviso... PRAAAAAT!
Mi allontano velocemente inciampando sulle bottiglie e quasi cadendo.
"Beh, almeno è ancora vivo..."
"Dall'odore non si direbbe. Che schifo."
"Quanto può rimanere in letargo ancora?"
"Spero non tutto l'inverno. Comunque gli ho buttato via le bottiglie ancora piene, prima o poi uscirà per andare a prenderne altre."
"Si, ma tanto la finestra non la puoi chiudere."
"No, ma posso convincerlo a tornare a casa...."
PRAAAAT!
"...Forse..."
Guardo i Gargoyles "Qualche idea?"
"No."
"Potreste darmi una mano a sollevarlo e buttarlo giù dalla finestra."
"COSA??? MA PESA!"
"Hai paura di prendere uno strappo alla tua schiena di pietra?"
"Lui no, ma io si!"
"Disutili creature..."
"Amicoooo mi..hic!"
"Eccolo che si è svegliato. Vediamo se riusciamo a..."
"Dov'è la mi..hic vodka?"
"L'hai finita, Nik. Non ce n'è più."
"Ahhh.. Hnnnn!"
"Nik? Tutto ok?"
"Hnnnn!"
.....
"HNNN.... " PRAAAT! "Ahhh... ora va meglio..."
Corro alla finestra per respirare qualche boccata d'aria fresca.
"Urrrhh.. Che fa...ti...caaaaah! Di nuovo in ...ooohh! Eh eh eh."
"Senti Nik... quanto pensi di fermarti?"
"Non so... quanta vodka hai in frigo?"
"Non ho vodka in frigo..."
"Ah, non importa, ne ho io sulla slitta. Fammi spazio."
Si sporge dalla finestra. Potrei dargli una spinta giù... però poi, poveri cespugli di rose...
Fischia. "Fiiiiit!" E dopo pochi secondi appaiono le sue renne trainando la slitta.
Senti Nik, io avrei ospiti più tardi... non è che tu..."
"Cosa? Ma certo amico mio, ho vodka anche per loro!"
"No, no... non era quello che volevo chiederti..."
"Allora cosa? Sai che posso procurare tutto quello che desideri, amico mio."
Se mi chiama un'altra volta amico mio non riuscirò più a mandarlo via.
"Ecco, non è che potresti.... tornare a casa? Devo dare una pulita qui, sistemare le cose..."
"Ah. Capisco." Fa la faccia triste. "Sono diventato un peso..."
Non so cosa rispondergli, poi dalla slitta arriva una voce.
"No, pesante lo eri già. E' che sei diventato puzzolente!"
Uno degli elfi di Nik!! A cui poi fa eco uno dei gargoyles.
"Già, sono due settimane che ti sbronzi e non ti cambi!"
 "Che avete detto?"
"Nulla capo, solo che forse stiamo disturbando."
"Dici?"
"E' già Gennaio. Ha l'agenda piena di impegni."
Ci pensa un secondo.
"Ok, va bene, va bene. Fammi spazio su quella cosa, che salgo. Fatti in là."
E con parecchia fatica e qualche eeeeh-hop! riesce a salire sul davanzale e a buttarsi nella slitta, senza cascare di sotto. Oh, tutti i Natale la stessa storia.
Si volta verso di me. "Senti ma... chi stai aspettando? Un invito romantico?"
"Eh? No, no... sto aspettando..."
Non faccio in tempo a finire la frase.
"Sta aspettando GODot, cioè me!"
"Oh oh oh! Guarda chi si vede! Il vecchio Jeh! Come stai? Che si dice? Come va tuo figlio?"
"Nik! Bello incontrarti qui. Sapevo ovviamente che stavi qui e sono arrivato un po prima perchè volevo incontrarti di persona!"
Alè, sono fritto.
"Io bene, bene. Mio figlio è il solito cretino, ancora non ha messo la testa a posto e non si taglia i capelli. Io glielo dico sempre: se continui a litigare coi romani da ubriaco, finirai per farti ammazzare. Lui risponde solo: Padre, allontana da me questo amaro calice. Il vino fa schifo...Io gli rispondo mandandolo a quel paese... ma cosa vuoi? Che deve fare un padre per il proprio unico figlio..."
"Ah, io non sono ancora padre, per fortuna, ma ho tanti elfi a cui badare..."
"O da cui farsi badare..."
"Come?"
"Niente Capo. Ma sarebbe ora di andare!"
"Ah, Nik. Ma devi proprio? Non ti fermi a fare due chiacchiere con noi?"
"Ma... non so... mia moglie..."
"Eddai, ci si becca una sola volta all'anno. Resta... Hai un po di quella tua Vodka speciale?"
"Ah! Così ti riconosco! Si fotta mia moglie"
"Lo fanno già gli elfi al posto tuo, grassone di merda..."
"Che hai detto?"
"Nulla capo. Se si ferma, io tornerei..."
"Ah,si, si. Poi appena torno a casa dovrò farmi controllare l'udito."
"Che ha il tuo udito Nik? Funziona perfettamente."
"Allora dovrò licenziare qualche elfo, mi sa."
E l'elfo parte con la slitta a velocità incredibile.
"Ci penserai dopo. Prendi la vodka e vieni dentro!"
"Hey, Jeh, ho qui qualcosa di speciale! Fatta con vera urina di renna sfamata ad Amanita Muscaria! Ti tira una castagna che non resusciti nemmeno dopo tre giorni!!"
"Grande! Vieni dentro che ho le coppe!"
E mentre questi due si abbracciano e festeggiano, penso che forse avrei dovuto salire io sulla slitta e andarmene di qua. Guardo i gargoyle.
"Fatemi spazio, vengo su. Così imparo ad avere ospiti qui da me."