Il conducente non mi guarda nemmeno mentre salgo, tiene le lancette fisse davanti a se.
Attiro la sua attenzione e gli faccio la domanda:"Salve, avrei un appuntamento per le 10:30. Va bene questo autobus?" Ad essere sinceri andrebbe bene comunque, non se ne fermano altri davanti a casa.
"
Se le va bene ritardare 4 minuti, allora si. Non facciamo fermate alle 10:30."
La sua voce possiede uno strano ticchettio..
"Andrà bene comunque, grazie."
Mi accomodo su una poltrona e attendo l'ora dell'appuntamento guardando il panorama.. noioso.
Alle 10:34 scendo e mi dirigo verso la sede della "Scuola di Volo". Un enorme cartello mostra una testa di gatto con due ali ai lati.
Non sono mai stato in città, fino ad ora. Come descriverla? Ci sono tanti palazzi. E strade. E persone, mamma quante persone. Nient'altro.. Va beh, ve la descriverò in un altro momento, ora non ho tempo.
Entro e la segretaria mi fa accomodare in sala d'attesa:"
Prego, si accomodi". Il gapo è impegnato, dice. A saperlo, scendevo più tardi dall'autobus o vi descrivevo meglio la città..
La porta dell'ufficio con la scritta "Gapo" si apre ed esce un grosso sparviero a braccetto con un gatto ancora più grosso.. quasi obeso.
Si salutano sulla porta esterna, poi il gatto mi guarda e mi invita nell'ufficio con un "Prego" ed un gesto della mano.
Tutti religiosi qui dentro, e sembra che ritengano necessario fartelo sapere. Io, se prego, mica vado a dirlo in giro..
Comunque entro e mi siedo in una grossa poltrona nera di pelle.
Il gatto si siede dall'altra parte di una scrivania più grossa di lui con il cartello
appoggiato sopra e mi guarda.
"Miaaallora? Di cosa voleva parlaaarmiiiaaao?"
"Vede, ci sarebbe un mio amico che desidera imprarare a volare. Più di uno per la verità. Beh, ci sono questi miei amici, che vivono con me, che vorrebbero imparare a volare."
"Bene. Potete iscrivervi alla miaaao scuola quando volete, non c'era bisogno di venire a parlare con meiiiaaoo.."
"Veramente vorrei che venisse a dare loro lezioni private. Avrebbero difficoltà a venire qui tutte le volte che ce ne sarebbe bisogno."
"E' escluso! Ma per chi mi(aaao) avete preso? Dirigo la Prima Real Scuola di Volo, io, mica un circo! Devo addestrare tutti i castori rosa del regno, sa?Non ho tempo per i suoi amici pigri."
"Davvero?"
"Davvero cosa?"
"Davvero addestra i castori? ne passano tanti davati casa.."
"Miaaao! Ma certo! Se lei fosse un castoro costretto a fare quel lavoro, non sarebbe contento di imparare a non schiantarsi ogni volta?"
"Beh, effettivamente.."
"In questo modo il regno risparmiaaaao anche un sacco di castori!"
"Wow! E' l'uom.. scusi.. il gatto che fa per noi! La prego, venga!"
"Assolutamente no! Buongiorno!" Ed indica la porta con la zampa.
Ok, ho capito. Ma mica posso tornare a casa così. Prendo la decisione in un lampo, quasi mi stupisco di me.
Afferro il gatto per la collottola (Mamma quanto pesa) e lo sbatto repentinamente in un sacco che estraggo dalla tasca del giubbotto.
Si agita sto gatto. Tanto. Mi infilo il sacco sotto il giubbotto e lo tengo stretto.
Poi esco dall'ufficio del gapo, fingo di salutarlo, chiudo la porta e saluto la segretaria mentre mi dirigo all'uscita.
Arrivo fino alla porta e faccio per uscire. "Mi scusi?"
Mi volto. "Si, la scuso, non si preoccupi."
"No, volevo chiederle: ha per caso un gatto sotto il giubbotto?"
"Si, è quello con cui sono entrato."
"Ah, capisco. Arrivederci allora. E tratti bene il suo animale."
"Ah.. grazie.. spero che sia reciproco il trattamento."
E torno a prendere l'autobus. Penso che sarò a casa per l'ora di pranzo.