Friday, October 07, 2011

StOrm in the MoRnIng LigHT(ning)

Non so perchè sono uscito. Sinceramente non ne avevo nemmeno voglia. Me ne stavo così comodo nel mio letto... e il cielo era di un grigio così cupo... e il vento così freddo... e il... insomma, tutte le variabili erano contro l'uscita da questa stanza, tranne qualcosa da qualche parte dentro di me.
Ed eccomi qui. Il cielo si fa sempre più cupo, e su quel colore piombo si stagliano fulmini bianchi e blu e viola.
Anche i gargoyle me l'avevano detto: "Senti, ma te che puoi, stai dentro." "Certo che non stai del tutto bene se vuoi uscire con la tempesta che si prepara...".
Ecco. Tempesta.
Ecco cosa mi ha attirato fuori dalla stanza. L'aria che si carica di elettricità statica, il vento che sale di intensità, una forza primordiale che si carica, si libera dalle catene e si scatena, scuotendo tutto e tutti.
Anche a Palazzo pensavano che sarebbe stata una bella tempesta: hanno smesso di lanciare i castori rosa, non se ne vedono in cielo. Vedo sugli alberi uccelli chiudere i loro nidi con cerate e cerniere lampo, volpi inserire i tubi di pompe idrauliche nelle loro tane, tassi chiamare i pompieri per tenerli il pre-allerta.
Non è un buon segno, no, per nulla... Io invece sono qui che cammino, tanto più che bagnarmi, non posso fare.
Le prime gocce bucno la nuoa di penieri che mi circla soa la teta... poco male, non è mai stata impermeabile.Ma per sicurezza me la porto sotto la maglia, in modo che almeno non venga più bucherellata.
Le gocce si fanno più intense, il vento più forte, i fulmini più rapidi e i tuoni più forti. Tutti i colori si spengono e cominciano a tendere al grigio. Tranne le pietre, che già lo facevano anche prima.
 Poi arriva la grandine. Cioè, più che un poi è in contemporanea, assieme alla pioggia. e viene giù, viene giù viene giù... Non che potesse salire, chiaro, ma comunque viene giù come se stesse scappando dalle nuvole.
Ogni albero viene scosso, ogni stelo d'erba, ogni fungo, ogni scolopendra ed ogni Bombice Dispari, chiamati così perchè c'è sempre un terzo incomodo durante i rituali di corteggiamento ed accoppiamento, che ogni tanto si accontenta anche solo di reggere la candela.
E arriva un momento in cui ci siamo solo io e il vento e la natura intorno a me. Ok, siamo in tanti dopotutto, ma non si sente un suono che non sia quello del vento e delle gocce d'acqua gelata che cadono a terra.
E dopo qualche istante tutto cessa, torna la tranquillità.
Forse è il caso che torni a casa, credo di aver bisogno di una doccia calda...

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